In pista da alcuni giorni con il suo nuovo album il cantautore si racconta nella sua eclettica vena compositiva
Uscito venerdì 4 marzo “Tommasochista”, il nuovo album di Tom Armati contiene 6 brani che, senza prendersi troppo sul serio, parlano di sogni singolari, scontri evitabili, morti apparenti, amori finiti, altri mai iniziati, di sbagli che non ci stancheremo mai di ripetere, narrati attraverso il recupero della miglior tradizione cantautorale italiana. La prima volta che tocca una chitarra, Tom rompe subito una corda e con le restanti cinque compone la sua prima canzone. Da allora Tom Armati non ha mai smesso di scrivere musica e parole. Nel maggio del 2015 pubblica il suo primo disco ufficiale “Nei migliori negozi di dischi”: una manciata di canzoni pop che attingono con ironia pungente e disinvolta ai paradossi della vita quotidiana. Dal vivo, Tom Armati si accompagna generalmente con la sua band, I Disarmati, con cui negli ultimi anni ha calcato i palchi dei principali locali di Roma, arrivando anche all’estero con alcune date in Belgio. Nel 2018 entra tra i 68 finalisti di Sanremo Giovani con il suo brano no-sense “Sa Sa Prova”, lanciato ufficialmente a maggio con un video esperimento pubblicato in anteprima sulle Instagram stories e fatto interamente con i filtri presenti sui social network. Nel luglio 2019 è semifinalista al Premio Lunezia ad Aulla. A febbraio 2021 esce il suo nuovo singolo “Gelato”, distribuito da Artist First e seguito dal brano “Tutto sbagliato”. A marzo 2022 esce l’album “Tommasochista”, accompagnato dal singolo “Respira”. Mediafrequenza ha incontrato Tom Armati per proseguire con il diretto interessato il racconto di quest’ultima produzione.
Ciao Tom, benvenuto. Per iniziare ti va di presentarti ai nostri lettori?
Sono Tom Armati, ho 39 anni e sono 2 mesi che non scrivo una canzone. Scusate questa era un po’ da alcolisti anonimi. In realtà, sono un cantautore come tanti, scrivo canzoni da quando ho 12 anni e cerco sempre di trovare una chiave ironica in questa tragedia senza fine chiamata vita. Diciamo che mi diverto a scrivere canzoni e spero che questo si senta.
È uscito il tuo nuovo EP dal titolo “Tommasochista”. Ci parli dei brani che lo compongono?
È un disco a cui tengo molto. Dopo il mio album di esordio “Nei migliori negozi di dischi”, ho iniziato un’intensa attività live con una band più o meno fissa che mi ha accompagnato. Insieme a loro sono nati anche gli arrangiamenti dei nuovi brani che compongono questo EP. Ci abbiamo messo tanto (complice anche la pandemia e altre vicende) ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Ho scelto la strada più lunga e difficile, anche per questo l’ho chiamato “Tommasochista”. Ma è anche la più soddisfacente. 2 singoli erano già usciti “Gelato” e “Tutto Sbagliato”: gli altri 4 brani li ho fatti uscire tutti insieme.
“Respira” è il nuovo singolo estratto, una canzone che descrive con sguardo ironico la frenesia in cui è immersa la nostra quotidianità. Com’è nato questo pezzo?
È nato in realtà prima della pandemia, ma credo si adatti benissimo alle dinamiche stiamo vivendo oggi. Volevo fare un brano che esprimesse anche musicalmente un andamento frenetico nelle strofe a uno rilassato nei ritornelli. Prima della pandemia eravamo immersi in un vortice costante di impegni, una cosa anche bella, ma che non ci faceva mai alzare la testa e respirare. Poi siamo stati costretti a fermarci e a riflettere sul mondo in cui viviamo ora siamo a un bivio.
Il brano ricorda un po’ i primi Negrita, è una band presente nei tuoi ascolti?
Vi ringrazio per l’accostamento. I Negrita sono sicuramente uno dei gruppi italiani che mi ha influenzato di più soprattutto nei dischi fino a HellDorado, poi li ho persi un po’ per strada. Anche e soprattutto Vittorio, il chitarrista che suona con me da una vita, ne è stato grande fan. Però diciamo sono influenzato musicalmente da tantissime cose anche diverse tra loro sia italiane sia straniere
A parte la musica, cosa occupa un posto importante nella tua vita?
I rapporti umani innanzitutto, intesi come famiglia, amore, amicizia ma anche come sana socialità che unisce persone anche estranee. Insomma quel senso di comunità e collettività che ultimamente si sta un po’ disgregando e di cui la musica è un veicolo straordinario.
Cosa ti aspetta prossimamente?
Il mio obiettivo è avere sempre lo stimolo per fare nuova musica. Fortunatamente ho tante canzoni nel cassetto e lo stimolo a scriverne nuove. E poi spero di tornare presto a suonare dal vivo a Roma e non solo.