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Vulcano dei Colli Albani: ad Ardea le prove di un imminente eruzione?

Accertata la presenza di vie di risalita dei flussi vulcanici, ma gli esperti esprimono pareri discordanti circa la reale pericolosità

di Damiano Rulli

“Il risultato sorprendente”, afferma Fabrizio Marra, ricercatore dell’INGV, “è che non solo il vulcano (dei Colli Albani ndr) è tutt’altro che estinto, ma ha appena iniziato un nuovo ciclo di alimentazione delle camere magmatiche”

“… queste strutture rappresentato dunque ancora vie preferenziali di risalita di fluidi vulcanici. Il terremoto di magnitudo 4.5 del 22 agosto 2005 nell’ offshore della costa romana (fonte INGV), è localizzato lungo la prosecuzione della struttura trasversale di Ardea. ( ISPRA, Note illustrative della carta geologica d’Italia, foglio 387 Albano Laziale).

“È segnalata la presenza di un considerevole graben locale e di connessi fluidi di risalita, acque calde ed emanazione di gas vulcanici;

Le risultanze dell’analisi e della elaborazione di immagini satellitari radar (ESA – ESRIN), attraverso le tecniche della cosiddetta interferometria differenziale, ci portano a ben ipotizzare che il vulcano (considerato da tutti i vulcanologi senz’altro attivo) registri considerevoli innalzamenti areali, seguiti necessariamente da fasi di degassazione (forse di natura parossistica), movimenti assimilabili al respiro di un gigante addormentato ma estremamente pericoloso, anche in considerazione della proliferazione selvaggia di insediamenti ed abitati costieri alle sue estese pendici” (Indagini Geomitologiche sul bacino idrografico del Fosso dell’Incastro (RM). Il mito dell’antico fiume Numico).

Due differenti studi redatti da autorevoli esperti di geologia tra cui il dott. Mario Aversa coniatore del termine geomitologia sostengono che nel territorio del comune di Ardea sono presenti vie di risalita di flussi vulcanici.

Gli studi citati sopra non sono del tutto concordi sulla pericolosità di tali flussi e del vulcano dei Colli Albani.

Secondo il dott. M. Aversa il vulcano è estremamente pericoloso mentre per l’INGV non è così.

“Gli elementi emersi dallo studio sono molteplici, legati a diversi indicatori geofisici, tutti convergenti nell’indicare che l’area vulcanica è attiva e che a diversi chilometri di profondità si sta accumulando nuovo magma.

“In quanto tempo questo magma potrebbe trovare una via di risalita e dar luogo a un’eruzione è difficile da stabilire con precisione, quello che è certo è che i tempi fisici per cui ciò possa avvenire sono alla scala delle diverse migliaia di anni.” (https://www.ingv.it/it/stampa-e-urp/stampa/comunicati-stampa/2745-il-sonno-dei-colli-albani?highlight=WyJ2dWxjYW5vIiwiJ3Z1bGNhbm8iLCJjb2xsaSIsIidjb2xsaSIsImFsYmFuaSIsImFsYmFuaSciLCJjb2xsaSBhbGJhbmkiXQ==)

Nel frattempo però l’INGV sta monitorando l’area vulcanica.

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