Dalla recente uscita del nuovo singolo “Il duca bianco” alle considerazioni sul presente della musica italiana. L’intervista
Dopo la pubblicazione di “Escape Room”, HERA prosegue la sua camaleontica rivoluzione artistica con “IL DUCA BIANCO”, secondo estratto dell’EP dell’artista, già in lavorazione, la cui uscita è programmata per l’autunno 2021. Il brano è stato scritto a quattro mani da Hera e Marco Canigiula (già autore per Annalisa, Emma Muscat, Biondo, Suor Cristina, Alessandro Casillo, Marta Daddato). L’arrangiamento è del producer Skywalker (Marta Daddato). Il sound moderno e incisivo del brano si amalgama con un beat aggressivo dove si inseriscono in modo chiaro e definito le armonie vocali. L’intera traccia è impreziosita dall’intervento del fisarmonicista Gianluca Pica.
Si dice spesso che oggi si produce molta più musica di quanta se ne ascolti. In questo senso quali sono le maggiori difficoltà che hai incontrato, se ne hai incontrate?
Personalmente ascolto moltissima musica, mi piace ricercare particolari formazioni dello scenario Underground nazionale ed internazionale, ma anche le ultime proposte di artisti “affermati” che, nonostante lo scorrere del tempo, resistono alla velocità di informazioni che ci vengono proposte. È proprio a loro che cerco di inspirarmi. “Non tradire mai la tua identità musicale per rincorrere l’approvazione altrui” è il mio mantra quotidiano. Dunque, le difficolta esistono, siamo tanti e tutti desiderosi di dire la nostra, ma il mio obiettivo è offrire una comunicazione in linea con chi sono, questa credo sia la mia forza.
C’è un messaggio in particolare che vuoi trasmettere attraverso “Il Duca Bianco”?
Nel testo di “Il Duca Bianco” parlo di dipendenza affettiva, una tematica delicata e coerente con molte storie di vita quotidiane di cui si sente parlare ogni giorno. Siamo affamati d’amore e questo spesso ci rende ciechi, il mio messaggio è diretto a tutte le persone che sono state “prosciugate” da un amore tossico, quelle che definisco “innamorate dell’amore” tanto da donare sé stesse senza riserva e in modo del tutto incondizionato. Nel mio messaggio c’è possibilità di redenzione, si può imparare dai propri errori e scegliere di amare in modo sano.
Che cosa puoi raccontarci invece sul suo videoclip?
Per il videoclip desideravo qualcosa che potesse rafforzare ancora di più il messaggio contenuto nel testo del brano. Quando mi sono confrontata con Veronica Amorosi e Marco Giorgi, i registi del clip, abbiamo lavorato sin da subito sulla contrapposizione tra mondo reale ed onirico. La regia ruota intorno ai colori di una rosa, fil rouge del racconto, con la quale abbiamo voluto sottolineare il viaggio della protagonista diviso tra ossessioni e passione. Infine, come ciliegina sulla torta, abbiano optato per l’intervento di due meravigliosi danzatori. Sono una grande appassionata di arte e quando ne ho la possibilità adoro fondere linguaggi differenti nei miei lavori, credo renda la comunicazione più efficace!
Se dovessi riassumere la tua musica in una frase come la descriveresti?
“Never, never, never give up.”
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi per quest’anno?
La realizzazione di un EP di brani originali che considero la mia carta d’identità artistica!