Da piazza del Campidoglio al Marco Aurelio fino a Villa Borghese, al passaggio del feretro del grande attore tanto affetto dalla sua città e infinita voglia di teatro
di Paolo Marra
E adesso… adesso che anche l’ultimo mattatore è andato via lasciando un vuoto incolmabile al centro del palco, nel silenzio di un teatro senza spettatori, con le porte sbarrate, privato delle gioie e del pensiero, della musica e degli inchini, privato della risata sagace, leggera ed ironica, della voce profonda nel gioco dell’intreccio di parole auliche e dialetto romanesco, degli occhi mobili del mimo, espressione muta del disincanto del popolano nei confronti della vita, privato del coraggio cosciente di un uomo innamorato dell’arte di esser tanti altri e rimanere nello stesso tempo se stesso, istrionico affabulatore capace, non senza i soliti ostacoli, di tradurre in realtà tangibile la parola “cultura” svestita, in uno dei periodi più oscuri della recente storia italiana, del ruolo di luce proiettata sull’incerto futuro. E adesso che fare… dopo l’ultimo corale saluto tributato da Roma, e da un intero paese, ormai smarrito, al quel gigante della recitazione, dal nome così familiare e rassicurante: Gigi Proietti.
Un ultimo saluto tributato all’attore, drammaturgo e intellettuale dalla gente comune ferma ad aspettare il feretro passare lungo le strade della sua amata città, vissuta, raccontata, cantata, decantata e celebrata, durante una lunga e straordinaria carriera, con umiltà e caparbietà: della piazza del Campidoglio, intorno alla statua equestre di Marco Aurelio, passando per Via del Tritone per arrivare nel cuore di Villa Borghese, per l’entrata in scena sul palco della sua creatura scespiriana nel cuore di Villa Borghese, il Globe Theatre. La bara posta al centro dello stesso palco da dove nel 2017 l’attore romano aveva rievocato la vita del grande attore inglese scespiriano Edmund Kean, oggi accolta da un lungo ed emozionante applauso seguito dagli interventi di personalità istituzionali, amici e allievi: la Sindaca Raggi – in collegamento Skype per positività al Coronavirus- l’amica Marisa Laurito- che ricorda la scommessa vinta da Gigi Proietti di avvicinare i giovani spettatori alle opere teatrali di Shakespeare a dispetto dei molti diffidenti sulla riuscita del progetto – Pino Quartullo, Edoardo Leo, Paola Cortellesi, Enrico Brignano e Walter Veltroni. E poi l’ultima uscita di scena verso la Chiesta degli Artisti in Piazza del Popolo per la celebrazione del funerale in forma privata. Fuori c’è la gente ad aspettarlo, non è semplice ammirazione ma fiducia da tempo riposta nell’uomo e nell’artista sincero, immerso nella finzione di una parte da recitare ma senza gli artefici di chi cerca l’applauso della gente e poi se ne discosta appena dietro il sipario abbassato.
Gigi Proietti ha avuto l’ambizione e la forza di riuscire in tale intento, seguendo le orme di Ettore Petrolini e Eduardo De Filippo, di conferire lustro e valore alla commedia popolare facendo ridere con serietà, conferendogli lo spessore intellettuale della drammaturgia di Goldoni, Pirandello e Shakespeare, recitate con il piglio dolente di un figlio del popolo. Attore generoso senza traccia di avidità per l’arte del mestiere faticosamente imparata, consapevole della continuità nel tempo di tale arte attraverso la formazione di giovani talenti capaci di essere se stessi, con i loro pregi e difetti. Cosi con la direzione artistica del Teatro Brancaccio nel 1978, insieme all’attore Sandro Merli, la creazione del Laboratorio di Esercitazioni Sceniche e la fondazione del Globe Theatre nel 2003 Gigi Proietti dà vita a veri e propri laboratori artigianali dell’arte recitativa nella quale si sono formati i molti allievi diventati attori del presente, riconoscenti verso il Maestro di avergli dato la possibilità di trasformare sul palcoscenico un sogno in realtà. E allora è da qui che adesso bisogna ripartire… assumendoci la responsabilità di credere in idee e progetti nuovi e audaci con l’ardua volontà di realizzarli affinché la storia così sommamente raccontataci da Gigi Proietti non scompaia con lui.