Un condensato di nuova freschezza per brani rimasti in ombra e tre inediti per il disco dal titolo “E sarà per sempre”. L’artista che spopolò con ‘Comprami’ parla di Tomas Milian, Bombolo e il grande affetto per Gianni Bella
di Davide Iannuzzi
La notorietà arriva nel 1979 con la canzone intitolata “Comprami”, un brano caratterizzato dall’inconfondibile timbro sussurrato e da un testo che fin dai blocchi di partenza accende accanite polemiche nel partito delle femministe. Nulla di più romantico in quei versi che un’audace metafora costruita per esprimere il bisogno d’amore – in un momento storico dove la donna oggetto imperversa, forse, nella più scadente tra le pagine del Cinema italiano, al secolo b movie – in una formula leggera e originale che vale la posizione di testa nelle hit parade d’Italia e Spagna. L’artista nata nella Provincia di Como ed entrata nei primi anni duemila nell’olimpo delle donne più belle della canzone italiana ha di recente messo in pista il suo dodicesimo album, esprimendo così una scansione produttiva acclarata e costante, frutto di una consolidata immagine di se che trova forza nel glamour semplice e raffinato, lontano da stereotipi e da mode passeggere. “E sarà per sempre” è il titolo dell’album del quale Viola Valentino svela alcuni dettagli a Mediafrequenza, tra ricordi di persone, inediti aneddoti e qualche sogno nel cassetto
Nuovo progetto discografico dal titolo “E sarà per sempre” inno di vita e di amore in un momento critico della nostra storia.
E’ una combinazione che il disco esca in questo periodo, era già tutto pronto in tempi non sospetti. In esso si parla non solo d’amore ma di tanti altri temi sociali. Ha fatto bene a parecchie persone, infatti sto avendo un bel riscontro da parte di molti che lo hanno ascoltato e apprezzato proprio per i temi che tratto. Non è certo il riscontro commerciale di ‘Comprami’ ma neanche è un disco cupo e triste. Alcuni brani inducono alla riflessione, brani che parlano di sentimenti e altri sul sociale come ‘lungometraggio’. Amore significa anche interesse per i più deboli. Questo è parte del messaggio.
#Iorestoacasa, quale situazione migliore per ascoltare con attenzione un disco e scoprirne il valore dei testi
Sto avendo dei feedback proprio sulla forza dei testi, soprattutto su brani come “Desy”, “Lungometraggio”, “Non ti ho perso”. Temi che stanno interessando più di quanto non avrebbero suscitato interesse in un momento più frivolo. In tempi di forma smagliante e felicità collettiva il riscontro sarebbe stato forse meno immediato. Ma poi c’ è sempre un risvolto positivo dedicato alla vita in generale che permea un po’ tutti i brani.
Una delle muse ispiratrici è Madre Teresa di Calcutta. Come avviene questo incontro?
Normalmente inserisco sempre qualcosa di citativo nei miei album, frasi mie o di altri. Navigando in internet cercavo qualcosa di particolare. Ho trovato molto romantico e positivo questo “inno alla vita”, poesia di Madre Teresa di Calcutta. Un inno di speranza che farà bene a tutte quelle persone che ignorano il domani, distratti al punto di eludere la morte, pensando forse di essere invulnerabili. Un inno che potrebbe essere cantato magari come in un coro gospel in un impasto di energia e spiritualità. Insomma, ama la vita per quello che è, la sua pura essenza.
Il disco si compone di 20 brani, 3 inediti e due cover…
Ho messo due cover, una dedicata alla mia amica Rita Pavone con il brano “Che mi importa del mondo” che ho provato ad attualizzare. Poi “La mia storia tra le dita” di Grignani, lui che è un ribelle ma a me piace molto. Ogni tanto la cantavo con gli amici e riscontravo successo per come la interpretavo. Così mi son detta; perché non inserirla? Ma ci sono anche altri brani come “Stronza” che quando uscì non ebbe riscontro per via della parola forte ma poi nelle uscite live il pubblico la richiedeva a gran voce. Nonostante fu boicottata dai media ho capito che piaceva, e ancora piace. Dopo “Comprami” è la prima che ancora oggi chiedono. Quindi ho voluto far conoscere dei lavori che sono rimasti oscurati ma che nel tempo ho riscoperto poter ancora suscitare interesse. E sono proprio questi brani per i quali ricevo apprezzamenti, per testi e arrangiamenti e interpretazione. Sono contenta di questo certosino lavoro di selezione fatto con fatica. Anzi, avrei voluto che i brani fossero 25. Mancano dei brani che sono nel mio cuore.
Uno di questi?
C’è una canzone dal titolo molto singolare intitolata “Gianni Bella Io ti amo”, parole consuete ma affatto scontate. Avrei potuto inserirlo questo brano che non conosce nessuno, forse avrei dovuto fare un album doppio.
Beh, al tempo del vinile 20 brani coprivano un doppio album
In realtà avremmo intenzione di produrre un vinile in tiratura limitata entro tre o quattrocento copie. Vediamo ora l’evolversi degli eventi e le incognite ancora da decifrare in questo percorso di quarantena.
Certamente il mercato del disco è mutato, cosa pensi delle più moderne iniziative promozionali?
Ricordo con piacere gli show case organizzati nei negozi di dischi. Oggi ci sono i firma copie in negozi dove il reparto dischi è molto limitato. Erano dei piccoli concerti che davano la possibilità di raccontare il lavoro che veniva presentato. Era un bel momento di incotro, direi più emozionante dell’attuale firma copie.
Parliamo allora un po’ dei tre inediti…
“Da quì all’eternità” era un brano esistente mai uscito che ho cantato qualche anno fa ma poi rimase nel cassetto, non ricordo nemmeno perchè. Mi è venuto in mente all’ultimo momento di inserirlo. In “Non ti ho perso” ci rivedo De Sica, ci rivedo mio padre. Ognuno può personalizzarlo per il proprio ricordo più caro, un genitore, un amico chiunque ti prenda per mano e ti porti a fare una passeggiata, come racconta la canzone. E’ un brano al quale sono molto legata. Il testo è breve e ripetitivo. Se un giorno dovessimo uscire da quest’inferno la gente canterà i na na na na come dei mantra. La trovo una canzone un po ‘vascosa’, anche se nello stile è molto distante da Vasco. Ma sono quei na na na na a cui ci si aggrapperà il giorno che torneremo liberi di girare in strada. “E sarà per sempre ” è amore puro e raccontato molto bene. Devo dire che Mirko Oliva ha scritto un testo molto bello. Abbiamo modi diversi di cantarla, io la canto soft mentre lui è più aggressivo. E’ per come un testo d’amore sappia spingersi oltre l’amore stesso.
Nella tua longeva carriera hai lavorato con diversi autori, qualcuno di loro è rimasto fuori da questo progetto?
Uno è sicuramente Gianni Bella come già detto, l’altro Bruno Lauzi. Eh si, Gianni e Bruno mancano nell’album.
Dal tempo di comprami a oggi come è cambiato il modo di raccontare il bisogno di amore?
“Comprami” era una sorta di provocazione al perbenismo. La canzone raccontava di una donna sicuramente bella che si vendeva per un po’ d’amore e un mazzo di fiori. Solo col passare del tempo si capì il senso più vero del messaggio non certo indirizzato alla classica donna oggetto e anche le femministe smisero di darmi il tormento. “Comprami” che sembrerebbe facile da cantare in realtà non lo è affatto. Anche nell’ edizione di “Tale e quale” dove ad imitarmi fu Matilde Brandi interpretando appunto “Comprami”, lei stessa mi chiese dei consigli sull’interpretazione. Alla fine nell’aspetto fisico sembravamo due sorelle gemelle ma nel canto è riuscita a seguire i miei consigli solo fino a un certo punto.
Parliamo delle tue esperienze cinematografiche
Ne ho fatti tre di film, “Due strani papà” con Pippo Franco e Franco Califano e devo dire che mi è piaciuto molto, poi “Le volpi della notte” al fianco di Fabrizia Carminati e Pamela Prati che doveva essere inizialmente una sorta di telefilm ispirato al serial Charlie’s Angels, e poi “Delitto sull’Autostrada” con Tomas Milian come tutti ben sapete.
Di quale dei tre hai i migliori ricordi?
Sicuramente di quello con Tomas. Avevo paura di non farcela, anche perché ero giovanissima e comunque non ero un’attrice.
Puoi raccontarci qualche aneddoto di Tomas?
Lui era l’antitesi di quello che si vedeva nei film. Veniva dall’ Actor’s Studio di New York, che non è una passaggiata di salute. In secondo luogo era molto discreto e riservato. Era molto colto e con me in particolare era molto dolce. Diceva che Viola Valentino era nel suo destino e lo diceva con l’accento cubano. Ho un bellissimo ricordo di Tomas. Gli rompevo le scatole perchè ero curiosa di conoscere le sfumature del mestiere, ad esempio come si fa a piangere facendosi scendere le lacrime oppure ridere. Domande di una bambina di dodici anni ma lui aveva pazienza e mi spiegava tutto. Dopo aver fatto la sua scena si chiudeva in roulotte a leggere. Sono stata l’unica attrice che il giorno del mio compleanno il primo luglio, ha ricevuto una piccola festa sul set da parte sua con tanto di torta. Tutta la troupe era meravigliata perchè non conosceva questo suo lato della personalità. Mi dispiace solo che con tutto il grande amore che Tomas ha ricevuto a Roma, e lo dico da quasi romana perchè mia madre era di Tivoli, non gli abbiano ancora dedicato un giardino o una piazza. Secondo me sarebbe giusto farlo.
Cos’altro ricordi di quel film?
Quando andai a fare il provino mi sentivo come una che andava al patibolo. Al pensiero di essere giudicata da un grande regista come Sergio Corbucci e un grande attore come Tomas. Poi mi accettarono subuto. Per me era un mondo nuovo. Forse ho avuto la fortuna di lavorare con persone per bene come anche Bombolo e la Giorgelli, la sua storica fidanzata la quale ancora oggi sento regolarmente. Mi manda messaggi e link tutti i giorni.
Ci sarà ancora il Cinema nel futuro di Viola Valentino?
Mi piacerebbe essere richiamata per un film in un ruolo diverso da quelli che ho interpretato.