L’arista parla del suo album d’esordio “Panic Room” (Kimura), pubblicato il 19 aprile
“Panic Room”, il primo album di stillpani è un lavoro che affronta un viaggio interiore attraverso la musica. Una panic room è una stanza fortificata che viene installata in una residenza o azienda per fornire un riparo sicuro o un nascondiglio per gli abitanti in caso di irruzione, invasione domestica, tornado, attacco terroristico o diversa minaccia.
L’album è composto da 8 tracce, ognuna delle quali affronta una tematica diversa, dall’irrefrenabile voglia di libertà e una voglia di futuro, alla malinconia, a momenti positivi di serate con gli amici, all’amore, ma anche alla denuncia sociale, ai ricordi di infanzia.
Ciao! Da poco uscito il tuo nuovo disco. Come lo descriveresti?
Ciao a tutti! Intimo, riflessivo e con un concept ben preciso.
Cosa rappresenta la cover dell’album?
Volevo esprimere l’oppressione della “Panic Room’’ con i colori, il font e con la foto in sé.
C’è un brano del disco a cui ti senti particolarmente legato?
Sono molto legato a tutti i brani del disco, forse l’intro ‘’Cosa Sono?’’ per sound, tematica e periodo è quella a cui tengo un po’ di più.
In quanto tempo è maturato il nuovo progetto discografico?
Circa un anno e mezzo di lavoro, abbiamo scartato tante cose e tenuto quello che ci piaceva di più.
Hai qualche aneddoto curioso, accaduto durante le registrazioni del disco che vuoi raccontarci?
No, ho chiuso il disco tra L’Aquila e Milano, di solito però, quando lavoriamo siamo molto concentrati su quello.
Altri progetti per il 2024?
Sto scrivendo tantissimo ultimamente, non voglio fermarmi qua.