Dopo la recente pubblicazione de “L’isuledda” la scrittrice racconta la genesi del suo nuovo romanzo
San Teodoro, Sardegna, 1768. Oviddè è un luogo ancora schiavo di regole arcaiche, ma Giuseppe e Giulia sanno come evadere dalle imposizioni delle famiglie e godere della reciproca compagnia in un territorio ostile. Sono solo due bambini quando si giurano amore eterno, già consapevoli degli invalicabili ostacoli che troveranno sulla loro strada e dell’opposizione delle famiglie, ma certi che il sentimento che li unisce sarà più forte di un destino crudele e imponderabile. La vita, però, sa essere più dura dei sentimenti e quello che li aspetta è un futuro fatto di silenzi e dolore: solo lo spirito delle loro anime continuerà a sopravvivere nei secoli.
San Teodoro, Sardegna, 2018. Laura, quarantenne romana, ogni estate trascorre tre mesi a San Teodoro come lavoratrice stagionale per godere del mare sardo e del clima vacanziero. Quando conosce Vanni, attraente e inafferrabile istruttore di vela, tra loro emerge una familiarità antica, una conoscenza atavica e una sintonia capace di travolgere il cuore e i sensi. Tra giochi piccanti e piccole trasgressioni, emerge un legame antico che affonda le sue radici in un passato lontano e forse dimenticato.
Nel suo nuovo romanzo “L’Isuledda”, la scrittrice Antonella Ferrari ha liberato tutto il suo amore per la Sardegna; infatuata di quest’isola magica e unica, racconta la vita del paese della sua anima: San Teodoro.
Come è nata la tua voglia di scrivere?
Scrivere è stato un percorso naturale, ho sempre pensato che nella mia vita almeno una volta mi sarei cimentata nella stesura di un libro. Anche mio nonno scriveva e così mio padre e mio zio. Per me è un impegno costante, spero che prima o poi dia i suoi frutti.
Che ingredienti servono per costruire una storia?
Ci vuole innanzitutto l’illuminazione. In sogno o da racconti sentiti in giro arriva l’idea intorno a cui costruire l’intera storia arricchendola di personaggi, vicende e luoghi particolari e interessanti. Poi si fissano i punti base e nascono protagonisti più o meno divertenti e comparse di ogni genere.
Quando finisci di scrivere un libro chi lo legge per primo?
Ho due o tre amici fidatissimi che tifano per me. Ora si è aggiunta Piera, una bravissima bibliotecaria che cura i miei manoscritti con più minuzia e attenzione di me.
Ci parli del tuo romanzo dal titolo “L’Isuledda”. Qual è l’idea che ti ha portato a scrivere questa storia?
L’Isuledda è nata in spiaggia, durante un meraviglioso bagno nelle acque dell’Isuledda, a San Teodoro. Tra sole e mare è arrivato lo spunto per questa storia a cavallo dei secoli che sta piacendo molto ai lettori. Angelo, il pastore che vende formaggi al mercato, stuzzica molto la curiosità delle signore.
Cosa vuoi trasmettere ai lettori con il tuo nuovo romanzo?
Un po’ di spensieratezza, anche se la prima parte denota anche momenti tragici, nella seconda, l’estate 2018 tra spiagge e locali di San Teodoro, amori, corna e altre trasgressioni alle fine divertono il lettore.
Stai lavorando a dei nuovi progetti in questo momento?
Scrivo in continuazione, ho molto tempo libero e lo dedico a nuove storie, ho un paio di romanzi nel cassetto, vediamo come va L’Isuledda, poi deciderò cosa fare.