Il singolo fa parte dell’album “Tableaux Vivents”: comprende 9 grandi canzoni italiane – da Battisti a De Andrè, da Bluvertigo a Pino Daniele, Umberto Bindi, Graziani, Ciampi, Tenco – rilette dal cantautore attraverso sonorità della musica electro-pop di fine anni ’70 e inizi ’80 che va dai Kraftwerk a Jean-Michel Jarre passando per Vangelis, i Japan e Prince
“Ritornerai” è il nuovo singolo di Bonomo, reinterpretazione del brano di Bruno Lauzi, in rotazione radiofonica a partire da oggi e accompagnato dal videoclip, online in contemporanea. Il brano, estratto dal nuovo album del cantautore pugliese “Tableaux Vivents” (9 grandi canzoni italiane in cui Bonomo fonde il mood dei cantautori della scuola genovese – De Andrè, Tenco, Lauzi, Bindi – o lo stile chitarristico di Graziani, Pino Daniele e Battisti con le sonorità di certa musica electro-pop di fine anni ’70 e inizi ’80 che va dai Kraftwerk a Jean-Michel Jarre passando per Vangelis, i Japan e Prince)è l’unico in cui non sono state usate le sonorità elettroniche che hanno caratterizzato il resto del disco.
“In “Ritornerai” ho fatto una scelta quasi dogmatica, ovvero quella di utilizzare solo chitarre acustiche – racconta Bonomo che, in passato, in veste di co-autore, ha ricevuto riconoscimenti a Musicultura, al premio De Andrè, Premio Bindi e Bianca d’Aponte -. Ne ho sovraincise 12 come i 12 mesi o i 12 segni zodiacali e sono accordate in New Standard Tuning (per quinte) come gli strumenti di un quartetto d’archi. E proprio come un quartetto le chitarre sono disposte a semicerchio in modo da avvolgervi in uno scintillante abbraccio sonoro. Perché proprio “Ritornerai”? Perché è una canzone bellissima ed ha sempre mosso forti emozioni in me da quando la ascoltai la prima volta nel film “La messa è finita” di Nanni Moretti. Ero bambino ma sentivo già che quegli accordi mi parlavano di nostalgia. Oggi questo sentimento ha ancor più senso se si pensa a come sia cambiato il mondo con i suoi costumi, i suoi tempi ed i suoi suoni rispetto al mondo incantato della nostra infanzia”.
E la nostalgia è la protagonista assoluta del videoclip, prodotto da 261 Records, nel quale Bonomo vaga infreddolito per una città deserta alla ricerca del suo amore: passato o presente? Al pubblico è lasciata l’interpretazione del finale. Quel che accade appartiene alla realtà o ai sogni del protagonista? La donna amata è interpretata dalla cantautrice Nicoletta Noè, la regia e il montaggio sono a cura di Cassandra Raffaele (riprese di Sergio Lombardo).
Il titolo del secondo album di Bonomo, “Tableaux Vivents”, e le tecniche compositive dello stesso, prendono ispirazione dalla fascinazione del cantautore per i “quadri viventi” (in francese Tableaux Vivents): opere d’arte in cui attori e figuranti riproducono mimicamente scene immortalate in famosi quadri d’autore. Come nei “quadri viventi”, Bonomo parte da alcuni elementi riconoscibili nelle versioni originali (una melodia dell’arrangiamento, una progressione o un disegno ritmico) per ricostruire la sua interpretazione calata completamente in un nuovissimo contesto.
Protagonista del disco è la nostalgia: per il passato e la sua chiarezza, nostalgia per la canzone italiana di una volta, nostalgia per i suoni elettronici della nostra infanzia, al tempo stesso inumani e caldamente avvolgenti. L’atmosfera di isolamento, separazione e di distanza (il disco è stato arrangiato e prodotto durante la pandemia, il mixing e mastering, add production sono a cura di Luca Nobile) è sottolineata in primis dalla copertina dell’album: essa stessa è una sorta di tableaux vivants; si tratta infatti di una riproduzione del quadro “Landscape with Figure” (1965) del pittore americano George Tooker.
Il viaggio musicale comincia con “Umanamente uomo, il sogno” di Battisti, uno strumentale catapultato nella Varsavia della trilogia Bowieana. “La Bomba in Testa” è De Andrè in salsa tecno-punk, un continuo crescendo, come la follia che si impossessa di chi per un motivo o per l’altro sente di dover passare dall’altra parte della barricata. “Il Dio Denaro” è un sincero e sentito omaggio ad una band molto importante per Bonomo: i Bluvertigo. Il brano è stato defunkyzzato e riportato ad una dimensione più onirica e a tratti epica. “Ritornerai” di Lauzi fluttua su un mare di chitarre acustiche. “Chi tene o’ Mare” omaggia Pino Daniele e allo stesso tempo David Sylvian: elettronica algida sposata con la mediterraneità, una versione bipolare cantata per metà in inglese. “Il nostro Concerto” è una delle canzoni più belle e forse la più complessa di Umberto Bindi. L’arrangiamento barocco mantiene molte idee dell’originale sebbene si sia passati dall’orchestra classica ad un’orchestra di sintetizzatori. “Prudenza mai” è un brano dell’ultimo Graziani, tratto dall’album “Ivan Garage”: il suo groove ed i suoi occhiali rossi però sono diventati viola… il colore di Prince. “Tu No” di Ciampi è un brano d’amore difficile da interpretare, è un crescendo di dolore e di disperazione, procede come una gelida marcia in modo estenuante e dissemina nell’arrangiamento frammenti di Chopin e di Beatles. “Un giorno dopo l’altro” capolavoro di Tenco chiude l’album con la sua nostalgia resa dall’arrangiamento totalmente sintetico in pieno stile mitteleuropeo. Echi di oriente sullo sfondo.
Bonomo è chitarrista, cantautore, polistrumentista, arrangiatore e produttore pugliese (Taranto). Alterna l’intensa attività concertistica con l’attività didattica e con le collaborazioni con diversi artisti che lo portano a ottenere diversi riconoscimenti nel mondo della canzone d’autore. Dal palco di Musicultura al premio De Andrè, dal Premio Bindi al Bianca d’Aponte passando per il Pigro. Ha collaborato live e in studio con Alberto Fortis, Filippo Graziani, Gang, Matrioska, Cassandra Raffaele, Francesca Romana e Mario Perrotta, Nicoletta Noè, The Menlove, Small Jackets, Standarte e molti altri. Ha all’attivo due album solisti “il generale inverno” (2013) e “Tableaux Vivents” (2023) e diversi singoli.