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Siti contaminati e tumori: una correlazione provata!

Solo nel Lazio sono circa 1400 i siti contaminati. Le sorgenti inquinanti secondo uno studio dell’ARPA

Green hands holding tree growing and dry soil hand on crack earth. Saving environment and natural conservation concept.

di Damiano Rulli (Fonte ARPA Lazio, CNR)

In un nuovo studio, reso noto attraverso due pubblicazioni uscite simultaneamente sulle autorevoli riviste Science of the Total Environment  e Scientific Data del gruppo Nature, un team di scienziati delle Università di Bologna e Bari, dell’Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare ha analizzato i legami tra mortalità per cancro, fattori socio-economici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, a scala regionale e provinciale, utilizzando metodi di intelligenza artificiale.

Dallo studio è emerso che la mortalità per cancro su scala provinciale non ha una distribuzione casuale né spazialmente ben definita, ma spesso supera la media nazionale laddove l’inquinamento ambientale è più elevato, a prescindere che le abitudini di vita risultino più sane. In particolare l’analisi di ben 35 sorgenti di inquinamento ambientale (come attività industriali, uso di fertilizzanti o pesticidi, inceneritori, densità di veicoli a motore, etc.) ha mostrato che per 19 categorie di tumori su 23 esiste un’associazione spaziale con specifiche sorgenti di inquinamento. Tra queste le più comuni sono risultate la qualità dell’aria,  la presenza di siti da bonificare e l’estensione delle aree coltivate. 

Ad esempio nella Regione Lazio, secondo fonti dell’ARPA (https://www.arpalazio.it/web/guest/ambiente/suolo-e-bonifiche/dati-suolo-e-bonifiche) ci sono circa 1400 siti contaminati o potenzialmente contaminati.

Cosa si intende per siti contaminati?

ARPALAZIO spiega: “in seguito ad attività umane pregresse o in corso, è stata accertata una alterazione delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali suolo, sottosuolo e acque sotterranee che sia potenzialmente in grado di contaminare il sito, ovvero che comporti un superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC).

Lo stato o meno di contaminazione è invece determinato successivamente alle operazioni di caratterizzazione ambientale sulla base delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR), stimate mediante uno studio di analisi di rischio sito-specifica. Nel caso sia rilevato il superamento delle CSR, sono attuati interventi di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente al fine di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente nel sito.”

Purtroppo, come si evince dal file allegato, questi interventi durano anni con le conseguenze nefaste di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo.

Urge a livello nazionale e regionale accelerare gli interventi di bonifica.

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