Formazione professionale e territorialità alla base della revisione del concetto di “offerta congrua”
Le nuove condizioni sul reddito di cittadinanza introdotte dalla legge di bilancio verranno messe nero su bianco a gennaio in un decreto allo studio del ministero del Lavoro che dovrebbe arrivare nella seconda metà di gennaio. Il Governo lascia poi una porta aperta anche al possibile ritorno di Opzione donna nella versione attualmente in vigore.
Previsto per metà gennaio il decreto sulle nuove condizioni del reddito di cittadinanza introdotte dalla legge di bilancio. il sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon ha puntualizzato alcune condizioni ormai al centro del dibattito generale. “Non credo che uno possa essere schizzinoso”, ha dichiarato il leghista Durigon in riferimento ai precettori di reddito di cittadinanza indipendentemente dalla formazione professionale acquisita, di fronte alla possibilità di dover o meno accettare una proposta di lavoro lontano dalle proprie legittime attitudini e aspirazioni. Diverso il registro sulla questione della territorialità – “una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli”, ha assicurato il senatore leghista. La riforma complessiva dovrà chiarire nuovamente il significato di offerta “congrua”, tenendo conto sia degli aspetti logistici negli spostamenti che della coerenza con le competenze individuali esprimibili.
Mentre resta invariato il sussidio per tutto il 2023 per nuclei familiari con minori, anziani o disabili la stretta arriva sugli occupabili, i quali potranno ricevere l’assegno solo per 7 mesi (rispetto all’attuale periodo massimo di 18 mesi, e dagli 8 inizialmente e dagli 8 che la manovra aveva inizialmente previsto). Stretta anche sui giovani di età compresa tra 18 e 29 anni che non abbiano terminato la scuola dell’obbligo per i quali l’erogazione è subordinata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di formazione e per l’alloggio, dove nei casi di abitazione in affitto la quota sarà erogata direttamente al locatore dell’immobile.
Resta caldo il tema di “Opzione donna” e “Milleproroghe”. Per le donne l’uscita dal lavoro sarà prevista dai 60 anni con possibilità d riduzione di un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due, esclusivamente per tre categorie di lavoratrici svantaggiate. Ma stando a quanto ha dichiarato Durigon le modifiche restano indicizzate ai margini economici al momento indisponibili e stimati per 80 milioni.