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GRINTA, PASSIONE E INTERPLAY, COSÌ SUONA L’ENERGIA ROCK DI STEFANO PALANDRI E THE STEVE’S BAND/INTERVISTA

A pochi giorni dalla pubblicazione del video di “Time”, il nuovissimo singolo del trio The Steve’s Band il leader e chitarrista romano si esprime sull’attuale momento che attraversa il rock internazionale, sulle dinamiche del successo e sul processo di internazionalizzazione delle nuove band

di Davide Iannuzzi

L’attacco mozzafiato del riff chitarristico sincronizzato con quello vocale richiama fin dal primo ascolto quel modello culturale rock di stampo americano, impattante e ribelle, che non lascia troppo spazio a preamboli stilistici di carattere preparatorio e introduttivo. Sintesi di pura energia, come un violento temporale che irrompe a ciel sereno. Ma poi realizzi che un intro c’è stato, dall’emisfero soul/jazz di matrice gospel, ma non potevi prevederne l’immediata metamorfosi nel radicale cambio di percorso sonoro. Ed è forse proprio questo spirito di ricerca e contaminazione culturale a rendere “Time” un brano di marcata scuola anglosassone e di forti richiami a una tradizione che grida ribellione, strizzando l’occhio alla cultura. Stefano Palandri e The Steve’s Band esprimono prontezza e determinazione a cavalcare quella travolgente onda rock che può invadere mondi lontani senza preclusioni di provenienza territoriale, ne pregiudizi di presunto purismo genetico. E in questo il successo dei Maneskin fornisce un potente indizio di inversione di tendenza nella storia di un mercato che ha già dimostrato di saper svoltare. Ma superato l’esame a prova di qualità rimane ancora da trovare il Cavallo di Troia che irrompe nella piazza internazionale; la distribuzione. Per il resto, da cinquant’anni a questa parte il rock italico ha sempre saputo distinguersi nella terra dei padroni.

Il tuo nuovissimo brano “Time” suona fin dal primo ascolto come condensato di energia pura, come nasce di preciso?

Parlando di “Time”, come per tutti i brani della mia produzione, sono contentissimo che si percepisca questa ‘energia’, data dal fatto, che i miei brani, e il brano in questione, nascono molto diretti, a feeling, nella mia testa, spesso anche senza la chitarra in mano, partendo dal riff (essendo io chitarrista in primis ) e poi direttamente con la linea melodica della voce. (o viceversa)

Il secondo step e’ abbozzare l’idea su’ un supporto, telefono, registratore …per poi svilupparla direttamente in sala prove, con il trio, in modo live e diretto appunto, per poi dare spazio a basso e batteria di co arrangiare il brano diretto e Live ed ognuno ed esprimersi con le proprie idee e modo di suonare.

Entrando in Studio , avremo già il brano pronto e live…che giaà ‘funziona’, anche ‘scarno’, per poi registrare basso e batteria, e curare gli arrangiamenti di Chitarre e Voci/cori…

Le basi, vengono registrate tutte in presa diretta e Live, in un vero Studio di registrazione con banco analogico, 24 piste e pro tools.

Anche l’intervento di Fatimah Pavillon, (la Cantante Del New Jersey con cui ho duettato sul brano e che non conoscevamo prima) e’ stato estremamente diretto e a feeling, essendo lei una cantante Soul Jazz, e non avendo mai collaborato ad una produzione ‘Rock’, dopo l’ascolto del pezzo già finito, ha direttamente improvvisato le parti a feeling appunto, sul brano intorno alla mia linea melodica principale, miscelandosi perfettamente con noi tre.

Come vedi, il processo compositivo di registrazione e arrangiamento, è molto diretto e Live e ‘vero’, cosa che amo, e questo, sono contentissimo venga percepito e si rispecchi nel brano.

Una delle caratteristiche più originali di questo pezzo è il suo fondersi naturale al soul e al gospel, accostamento di generi non proprio comune partendo da una matrice hard rock tipicamente anglosassone…

Si, la matrice del brano è Rock, ma anche molto Pop e Soul, se si toglie l’arrangiamento Rock, col quale mi viene spontaneo ‘rivestire’ i miei brani, e venendo comunque da tanti ascolti e collaborazioni in diversi generi…

Sono molto contento di questo, poiché vorrei comporre ‘canzoni’ in un contesto rock, e “Time” e’ anche molto Pop/Soul di base, terreno sul quale Fatimah, pur non conoscendoci, e venendo da altro background, si è trovata, anche e soprattutto a suo dire e di fatto, a suo completo agio, al punto di improvvisare il tutto live in studio.

Aver inciso il brano allo Sterling Sound a New York ha in qualche modo contribuito a far entrare te e la tua band nel mood più naturale di “Time”?

Per la registrazione e Studio, come dicevo, noi entriamo in Studio, già col pezzo pronto per il Live, e quindi molto a feeling e naturale come base.

Moltissimo fà il tecnico del suono e le caratteristiche acustiche e poi della strumentazione dello Studio stesso, ed in questo, Gianmarco Bellumori, il nostro Soundengineer e il suo Wolfrecording Studio, e Sterling Sound e Randy Merrill poi col Mastering , hanno fatto molto, mantenendo suoni ed impatto naturali del trio. Cosa non facile per una band d’impatto principalmente Live come la nostra.

A proposito della componente soul, il brano presenta il feat di Fatimah Provillon che hai già citato; raccontaci dell’incontro con questa vocalist e cosa ti ha stregato del suo modo di cantare…

A brano praticamente finito, Gianmarco Bellumori, nostro tecnico del suono e produttore del brano, ha avuto l’idea di una guest, soul appunto…sentendo il brano adatto…e parlandomene, abbiamo pensato subito ad una cantante nera, tipo Lisa Hunt di Zucchero per intenderci…

Ho contattato miei amici musicisti nel campo Jazz Soul Blues, e su Roma, cosa non facile, mi hanno dato il contatto facebook di un po’ di cantanti nere… e…lei per fortuna è stata la prima a rispondere subito…e la più adatta…un regalo, a Gift, dal Soul, enorme…

Le ho mandato il brano, ci siamo visti, andati in Studio , microfono due take e via…;-)

Ritieni che il rock debba percorrere ancora sentieri inesplorati, considerando le numerose contaminazioni che lo hanno caratterizzato dagli anni 60 ad oggi?

Oggi credo che tante strade siano state già percorse… e quello che penso è che nella composizione non ci debbano essere ‘forzature’ nelle scelte artistiche, quindi non sono per : facciamo un brano così o cosa di quel genere ecc, ma deve essere tutto molto diretto ed artistico. Altrimenti si perde l’essenza appunto, dell ‘Arte e della creatività.

Quello che credo, è che oggi ci sia bisogno di un ritorno alla composizione di brani in forma di Canzone, con linee melodiche, riff, arrangiamenti che si ricordino e che ci facciano di nuovo emozionare, questo al di là del genere e del sound , cosa che oggi , nel Rock e Pop e in generale nell’Arte è andata persa…

Sento tanti brani, ben registrati, ben cantati, suonati ecc ecc , ma che ce li scordiamo dopo il primo ascolto…e privi di contenuti o superficiali nei testi, specialmente in Italiano.

Però il panorama musicale è pieno di ottime band giovani ecc , alle quali i media dovrebbero dare più spazio…

Quali sono i modelli ispiratori intorno ai quali ti sei evoluto, e in cosa ritieni consistere il tuo dna di rocker come personale marchio di fabbrica?

Vengo da tantissimi ascolti e, soprattutto da bambino, mio padre e mia madre, che non sono musicisti e sono di famiglia popolare di Trastevere, ascoltavano Mina, De Andrè, Battisti, Battiato, Gaber, Nannini , Dalla , Tenco, ma anche Pink Floyd, Otis Redding, Ray Charles, Zeppelin, Stones, Beatles fino alla Musica Classica , Lirica , reggae ecc …

Io da bambino ascoltavo tutto questo, a casa, al lavoro con mio padre in macelleria…e dopo, di tutte le band a venire nel Pop Rock Soul, Punk ne ho fatto un mix, e, …dato che il Rock è diretto, sanguigno e non ha preconcetti nè di studio nè di regole, ma rispecchia l’anima in modo più diretto di altri generi, sicuramente ha prevalso su di me, venendo comunque io dalla ‘strada’. E comunque avendo avuto basi e studi di Chitarra Classica per conservatorio ecc sin da bambino a 11 anni…ho comunque un’anima Rock, come way of life in generale;-)

Hai iniziato giovanissimo a frequentare i palcoscenici rock, puoi raccontarci il tuo percorso artistico?

A 11 anni, ho avuto il desiderio, di suonare la Chitarra Classica , e mia madre mi Iscrisse a lezioni di Classica per Conservatorio… poi a 14/15 anni venni folgorato da un Live degli AC/DC del 1979 (Let There Be Rock) trasmesso su Rai Tre alle 20.30, mentRe cenavo coi miei. Andai in camera e da quel giorno quei suoni e la chitarra elettrica divennero una passione senza ritorno.

Adoravo ed adoro lo strumento, cominciai a parte gli studi classici, a suonare ad orecchio su tutti i dischi dei miei…e imparare dai live che vedevo nei club, e i primi vhs…Queen, Zeppelin , Ac/Dc .

Il passo successivo era l’istinto di avere una band, di andare in sala prove…

Così fu…e di lì a poco, ci raggruppammo automaticamente, con i più motivati e ‘dotati’…tante prove e cover e i primi brani inediti…i live a scuola (la mia Aula magna al Liceo Artistico era la Sala Cinema Castello , dove la sera , dopo di noi, si esibivano i primi Nirvana, Ligabue ecc 1991) poi i primi ingaggi live in trio a 16-17 anni nei club romani.

Da lì fummo notati come band, e io poi io come chitarrista arrangiatore, richiesti per collaborazioni live e per registrare dischi con Artisti…

Da Joe De Luca, Scialpi, I Ragazzi Italini , Lara Martelli, Tiromancino, Meg, Mietta, Alan Parson, Jack Endino, Jake Clemmons, Lee Ryan ecc…

Esperienze in Studi Americani come i Southern Tracks ad Atlanta, di Brendan O’Brien , produttore e stesso Studio di Aerosmith, Springsteen, Black Crowes, Pearl Jam, RHCP, Jane’s Addiction. RCA A Roma ecc…

E tanti Live , dall Olimpico a Roma al Filaforum di Assago, in Italia, America, Inghilterra Germania…

Una costante del tuo repertorio è quella di cantare in inglese, ritieni che la lingua madre del rock sia ancora la migliore a poterlo rappresentare?

Nel Rock , la linea melodica , la fonetica delle parole e il sound , si devono incastrare perfettamente con la Musica, e Non viceversa (Cosa che invece succede con l’Italiano) dove il testo e la linea melodica sono il punto di partenza, e non si possono fare troppi compromessi.

Per questo, la fonetica dell’inglese è più adatta al sound, sebbene molti artisti Italiani siano riusciti nell’intento, pero’ ci sono poche possibilità di fare espressione in tal senso, musicale e sonoro, andando spesso a compromettere la riuscita del testo e l’uso delle parole, cosa che nei testi in Italiano non si può fare.

Anche come processo compositivo il rock parte dal sound dalla band, da un riff….

E poi dalla linea musicale melodica come fosse uno strumento, che canta le parole e il significato…ecco, in questo la fonetica delle parole inglesi è sicuramente più adatta.

Il brano in Italiano spessissimo più da un testo, una poesia messa poi in canzone…

Cosa cambia nelle aspettative degli artisti rock italiani in cerca di un’etichetta produttiva e di un’efficace distribuzione del prodotto dal successo internazionale dei Maneskin in poi?

Oggi c’è molta confusione in quanto a etichette, produzioni ecc… in quanto, essendo un mercato, a livello remunerativo ‘morto’, e grazie all’ online, che ha reso gli Artisti medi, tuttofare, dall’ etichetta, alle registrazioni ecc, questo perché, non essendoci poi un vero rientro, anche parziale dall’effettiva vendita di cd e ho filati foto ecc, essendo tutto online , e praticamente gratis, ha visto appunto la scomparsa delle due figure base , il Talent Scout ed il Produttore esecutivo, e comunque un drastico ridursi di queste figure se non in rari casi.

Da qui la nascita di etichette home made, uffici stampa home recording studios e tutto sù canali online, dove nella stragrande maggioranza dei casi, si induce l’Artista a fare tutte le spese di promozione ecc a rientro pressoché nullo, e di dubbia divulgazione mediatica, poiché, nel Vero Maistream, Radio, Youtube, tv , sono sempre i grandi canali a farla da padrone , e spazi cmq a pagamento e a cifre astronomiche, a meno che non si’ è già Artisti affermati e/o non si crei un forte interesse, come nel caso dei Maneskin, che per fortuna hanno riportato oggi un pò di veridicità nel processo, gavetta / Talento / veicoli mediatici mainstream/ Successo.

Come era e come dovrebbe essere .

Cosa aspettarsi? questo…che ci sia un Ritorno a talenti più veri , non costruiti , che abbiano da dire e sui quali investire , per avere anche un ritorno , di successo vero ed economico.

Le etichette online e uffici stampa online a pagamento per le band esordienti, fanno poco o nulla.

Il Mainstram è l’unico obiettivo ,per quel che riguarda Pop / Rock soprattutto.

Se no i numeri non si fanno e si crea un circolo vizioso dove i piccoli guadagnano poco.

In cosa ritieni possa risiedere la svolta del successo planetario di questa band formata da ragazzi ancora giovanissimi, appunto i Maneskin?

Ad oggi mancava una band vera e di ragazzi che suonano e vengono dalle cantine e dalla strada…c’è oggi più che mai un bisogno di cose ver, sane, pure, del ‘bello’ al di laà dei gusti. Loro lo sono.

Siamo in un periodo di medioevo moderno, nel sociale, nella politica e di conseguenza nelle forme d’arte come la musica, e nella musica veniamo da anni di solo Intrattenimento, tra talent, tribute band, copie della copia , talenti bravi accademicamente ma non in grado di dire nulla di loro e senza avere una produzione intera con la quale fare live ecc e stare davanti ad un pubblico.

Intento dell’Arte di qualità è di essere divulgata il più possibile e compito dei Media nel maistream è portare qualità al grande pubblico.

Ovvio che venendo da un buco culturale qualitativo e di spessore di 30 anni, non possiamo aspettarci che subito i giovani siano già migliori degli eroi del passato, che, viceversa al tempo, già giovanissimi hanno influenzato tutti…e che oggi a 70 anni continuano a farlo.

I Maneskin sono bravi ed onesti, come i Greta Van Fleet all’estero…salgono su un palco, suonano ed hanno un bel pubblico di giovani e non. Bello. avanti cosi… 😉

Gianmarco Bellumori

Torniamo alla tua band; puoi presentarcene i componenti?

Il Trio è composto da Luca Calabrò , 30 enne e relativamente giovane promessa tra i veri batteristi da band, Luigi Tega al basso e cori, eclettico bassista , ormai noto nel panorama musicale Romano ..ed io Chitarra e Voce .

Veniamo anche qui da estrazioni musicali e gusti diversi…e modi di essere diversi…e il rock ci accomuna…questo mi piace!

Su cosa si fonda il feeling che si è consolidato tra voi, sia in studio che dal vivo?

Il nostro feeling? tanta passione e tanta e sala prove e Live ! …;-)

Parliamo di aspetti più generali legati alla crescita di un artista; cosa pensi della facilità tecnica di potersi oggi auto produrre un brano?

Penso non sia buono….soprattutto agli inizi. Sono due mondi diversi, Artista e Produttore Artistico e tecnico del suono…vanno ricercate le collaborazioni per dare il massimo…

Io ho uno studio e Produco Registro i miei brani anche e sono tecnico del Suono…ma dopo anni di esperienze negli Studi e con Artisti di tutto il mondo, non a casa col computer…

Questo si , ok, ma solo in rari casi può portare ottimi risultati.

Quasi sempre oggi abbiamo cd che suonano bene, ma non il corrispettivo Live.

Cosa pensi invece del vasto e crescente mondo di piattaforme distributive digitali e di etichette discografiche indipendenti, una vetrina allargata che offre opportunità concrete oppure un inflazionante limite?

Come già risposto sul tema in precedenza, oggi c’è molta confusione in tema.

A medio basso livello ci sono tantissime home made etichette musicale uffici stampa ecc, che si avvalgono solamente dell’online medio e alla portata di tutti, anche del privato, che cmq può fare tranquillamente da sé evitando costi inutili , dal momento che comunque non c’è effettivo guadagno, se non da chi detiene tali piccole ‘etichette’ ecc.

La realtà dovrebbe essere, band artista capace, Talent Scout, produttore esecutivo, Contratto, Produzione (a spese di questo ultimo) etichetta vera e con contatti mainstream (non solo Social), promozione e ufficio stampa (produttore esecutivo) e vendita Online e Formato CD (oggi sta scomparendo), purtroppo..e a causa dei bassi proventi dell’online, questa catena di giusto business, non c’è piu’, accollando tutte le spese all’artista che cmq non rientrearà mai , e starà sempre nell’ illusione di poter ‘sfondare’. Cosa molto difficile in modo totalmente autonomo.

I Maneskin, infatti, hanno prima fatto breccia facendosi realmente vedere e suonando nel Mainstream, poi di conseguenza sono venuti fuori contratti e produttori. Un pò alla vecchia maniera, appunto.

E comunque oggi, concerti a parte e solo se si e’ gia’ famosi per poter mettere i biglietti alti in modo da avere guadagno dai live (cosa impossibile per le band emergenti o medie) si ha comunque un drastico taglio nei guadagni dovuto alla non vendita a pieno prezzo dei cd ecc . a causa degli streaming , youtube , e download , coi quali si guadagna, ma non si realizzano mai i numeri come in passato.

Torniamo per un attimo ai Maneskin; il loro repertorio di successo sembra essere scandito dalla pubblicazione ragionata di singoli, alcuni dei quali nati come cover. In tempi ormai lontani le band dei successo pubblicavano anche due o tre album interi in uno stesso anno, prima di approdare alla consacrazione mondiale. Questo modo attuale di centellinare la produzione puntando sul massimo rendimento di un singolo ritieni essere una pista da seguire come metodo ottimizzante?

E’ l’unico modo ora, poiché come detto non vendendo più gli album interi e non guadagnando più dal supporto fisico e rientrando dei costi di produzione , distribuzione ecc , si procede a piccoli passi.

Sono altresì convinto, che per tornare ad un business sostanzioso, bisognerà tornare alla qualità di produzione e alle vendite reali del prodotto intero fisico , e se online , wvitando di farlo ascoltare prima e/o su Youtube, ma creando solo il giusto interesse con Live e promozione Radio e Tv ecc.

Sara’ difficile, ma è l’unico modo…tra l’altro siamo in un momento storico di Involuzione.

“Time” farà da apripista alla prossima pubblicazione di n Ep o addirittura di un album?

Si , “Time” e “Keep Me On” (l’altro singolo di questa Produzione 2022) sono degli apripista di un intero Album, che ovviamente oggi, centellineremo per i motivi suddetti…a in forma di singoli, per carpire il più interesse possibile, nel confusionario mare dell’online, e del live E comunque saranno inseriti nella nostra Set List di oltre 30 brani Inediti con oltre due ore di Live…comprese alcune cover ovv dei nostri ispiratori di sempre…

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