Decide il gol di Zaniolo al 32′ e una fase difensiva senza sbavature. Ai giallorossi un titolo europeo dopo 61 anni
Tutto sembrava complicarsi quando al 17′ del primo tempo Mkhitaryan doveva abbandonare il campo per un risentimento ai flessori della coscia destra. La grande attesa accompagnata da forte preoccupazione per il rientro dell’armeno è stato uno dei principali e dibattuti temi che hanno accompagnato la vigilia di una finale, che ora determina il punto di svolta nella storia e nei programmi della Roma.
Mai così emozionato al punto di cedere ripetutamente alle lacrime di gioia, il plurititolato tecnico portoghese Josè Mourinho lancia al termine dell’incontro ai microfoni di Sky un messaggio inequivocabile al management della Roma, circa la necessità di fare ora un mercato ambizioso, e dare continuità di risultati al club che torna ad alzare al cielo un trofeo dopo 14 anni. Ma senza oimbra di dubbio il risultato più importante, che precede la conquista del meritato trofeo, è aver dato compattezza di gruppo alla squadra e risvegliato l’entusiasmo collettivo di una città intera che proprio sul podio d’Europa vede spezzarsi le catene del digiuno.
Tutto il resto è folklore, passione, sofferenza e cronaca. Smolling un gigante invincibile al centro di una difesa che non lascia spiragli all’instancabile forcing del Feyanord. Gli olandesi attaccano per vie centrali e sulle fasce, cucendo impeccabili trame di gioco fatte di possesso palla e improvvisi affondi. La Roma ragiona, contiene, riparte cercando in Abram il filtro più alto del centrocampo per aprire corridoi laterali a Zalewski e Kasdorp.
I giallorossi non mostrano la stessa fluidità di fraseggio che hanno gli olandesi, ma sanno capitalizzare l’occasione più importate creata nell’arco dell’intera partita. Assist di Mancini che avanza per vie centrali, stop di petto e tocco di sinistro di Zaniolo che anticipa millimetricamente Bijlow . La palla è nel sacco per il vantaggio romanista. Il risultato non cambierà fino al 95′, con gli olandesi che che costruiscono azioni senza però quasi mai trovare il giusto filtro nella difesa avversaria.
Un grande Rui Patricio non si fa mai trovare impreparato, assistito anche da meritata fortuna quando nel giro di cinque minuti il Feyanord colpisce prima un palo, poi una traversa nell’arrembante ricerca del pari. La Roma esorcizza i suoi stessi limiti nell’arco dell’intera partita, in particolare quelli legati all’assenza di un vero filtro a centrocampo in grado di fornire soluzioni concrete altre la tre quarti.
Alle spalle del portiere romanista piovono oggetti di ogni tipo, ci sono anche delle bottiglie vuote, Quelle piene saranno stappate al termine del match, quando ad alzare la coppa al cielo sarà la Roma di Josè Mourinho.