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TERMOVALORIZZATORI, COSA È NECESSARIO SAPERE

Dall’ipotesi dello smaltimento sicuro al biomonitoraggio che ancora manca, le considerazioni di Zero Wast Europe

di Damiano Rulli

Grande scalpore e forte preoccupazione ha suscitato l’annuncio, del sindaco di Roma Roberto Guatlieri, di voler realizzare un termovalorizzatore nella periferia di Roma. Si sono create due correnti una a favore e l’altra contraria allarmata dalle emissioni inquinanti di un termovalorizzatore. In questo articolo cercheremo di fare di capire se i termovalorizzatori inquinino o no, utilizzando due studi apparentemente contrastanti.

Iniziamo con una ricerca del marzo 2011, è datata ma illuminante perché nel frattempo la tecnologia impiegata per costruire un termovalorizzatore è progredita, redatto dalla regione Emilia Romagna dal titolo: “Le emissioni degli inceneritori di ultima generazione. Analisi dell’impianto del Frullo di Bologna” ( in allegato a questo articolo). Non entreremo nei dettagli che potrete leggere con comodo da soli ma vi riportiamo alcune affermazioni di Vito Belladonna che nel 2011 era Direttore Tecnico dell’ARPA dell’Emilia Romagna: “…Le analisi di diossine e furani hanno messo in evidenza che non esistono emergen­ze di accumulo di tali microinquinanti.

A conclusione di questa premessa mi sia consentito di fare qualche breve conside­razione che esula dagli aspetti meramente tecnici delle Linee Progettuali 1 e 2. L’elemento che emerge da queste attività di Moniter è inequivoco: l’impatto di un inceneritore dotato delle migliori tecnologie disponibili ed esercito al meglio sulla qualità dell’aria è talmente basso da essere indiscernibile.” Parole che non lasciano alcun dubbio: i termovalorizzatori sono sicuri per l’ambiente e per le persone. Eppure uno studio di Zero Wast Europe, network di associazioni nazionali che lotta per un mondo senza rifiuti, sostiene l’incontrario: i termovalorizzatori inquinano! (https://zerowasteeurope.eu/ library/the-true-toxic-toll-biomonitoring-of-incineration-emissions/) Queste apparenti discrepanze sono dovute a due motivi: al modo in cui vengono effettuate le misurazioni e alla mancanza di un biomonitoraggio ( il biomonitoraggio è la misurazione degli inquinanti che si diffondono nell’ambiente circostante di un inceneritore e possono essere trovati all’interno degli organismi viventi).

Zero Wast Europe ha ovviato a queste due gravi mancanze monitorando 3 termovalorizzatori di ultima generazione e uno meno recente a Madrid in Spagna costruito nel 1996. Al link sopra riportato potete leggere nel dettaglio questo studio, noi di seguito vi riportiamo le conclusioni (le troverete anche in allegato): “In Europa, gli inceneritori di rifiuti sono spesso promossi come un modo sicuro per smaltire i nostri rifiuti, sia per la salute umana che per l’ambiente. La nostra ricerca sul biomonitoraggio in tutta Europa dimostra che l’incenerimento non è sicuro per l’ambiente e la salute umana. Le misurazioni obbligatorie per l’incenerimento dei rifiuti relative agli inquinanti tossici sono limitate e la loro misurazione non è rappresentativa delle emissioni reali.

Molti inquinanti organici persistenti (POP) pericolosi rimangono fuori dall’ambito di applicazione, come le diossine bromurate e i PFAS. Vi è una crescente consapevolezza e preoccupazione del pubblico sugli effetti potenzialmente tossici dei POP sulla salute umana e sull’ambiente. Le persone che vivono vicino agli inceneritori di rifiuti devono essere rassicurate sui rischi per la salute, sulla sicurezza di tali impianti di combustione e sul rispetto delle normative. Per valutare il reale impatto dell’incenerimento dei rifiuti sulla salute umana e sull’ambiente, la nostra ricerca di biomonitoraggio ha analizzato la presenza di inquinanti organici persistenti (POP) nelle biomatrici nell’ambiente circostante gli inceneritori mediante saggi biologici. Stavamo cercando POP come PCDD/F, PXDD/F, PAH e PFAS. Lo studio si basa su un attento campionamento di campioni di biomarcatori – come uova di pollo da cortile, aghi di pino e muschi – nelle aree intorno agli inceneritori. Il saggio biologico è un metodo analitico per determinare la concentrazione o la potenza di una sostanza in base al suo effetto su animali o piante viventi o su cellule o tessuti viventi”

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