L’app che stenta a raccogliere consensi popolari, spada o boomerang nella cultura globalizzata
di Damiano Rulli
In un accorato appello rivolto a tutti noi il premier Conte ci invita a scaricare l’applicazione Immuni.
Nel corso dei mesi tante sono state le obiezioni mosse contro questa utile ed essenziale applicazione: veniamo geolocalizzati, ci spiano, i nostri dati vengono utilizzati per scopi malevoli, non serve a niente, sanno chi siamo etc. Etc.
Sono tutte accuse prive di fondamento.
Sul sito ufficiale dell app. https://www.immuni.italia.it viene detto chiaramente che Immuni non raccoglie i nostri dati anagrafici, il nostro numero di telefono, il nostro indirizzo email, chi incontriamo, la nostra posizione e i nostri movimenti.
Pensandoci un attimo non sono forse i vari social network che utilizziamo ogni giorno a raccogliere i nostri dati, sapere dove siamo, con chi siamo, ad avere i nostri dati anagrafici e numero di cellulare?
Ci siamo mai chiesti come fa ad esempio Google a sapere quale pizzeria o altro negozio è più vicino a noi? A consigliarci la mattina quando andiamo al lavoro una strada differente perché quella che facciamo abitualmente è trafficata?
Come fa Instagram quando postiamo una foto a mettere il luogo dove siamo o Facebook ad indicarci che vicino a noi c’è un nostro amico?
La risposta è semplice: ci geolocalizzano perché glielo permettiamo.
Inoltre Facebook ci indica la pubblicità più adatta a noi perché ci profila ogni volta che lo utilizziamo. Questo argomento lo abbiamo affrontato con il Prof. Stefano Zanero in un intervista di qualche mese fa ma ancora attuale che potete leggere qui https://www.mediafrequenza.it/2020/02/05/cyber-security-quello-che-tutti-dovremmo-sapere/.
I contagi in Italia stanno aumentando non permettiamo che il COVID-19 ci condizioni la vita per molto tempo ancora, scarichiamo l’app. Immuni per il nostro e altrui bene.