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IL PARTO DELLE NUVOLE PESANTI, UNA BAND TERAPEUTICA

La storica band calabrese a “Lingue a Sonagli”: «La World Music può essere una cura per il lockdown»

Intervistata da Bussoletti durante la puntata del talkshow “Lingue a Sonagli” trasmessa in diretta radio alla mezzanotte di mercoledì 22 luglio su RadioRock106, la band IL PARTO DELLE NUVOLE PESANTI ha parlato di nuovi progetti e di un possibile ritorno della fase di lockdown.

Nata agli inizi degli anni ‘90 a Bologna dall’incontro tra Peppe Voltarelli, Salvatore De Siena, Amerigo Sirianni e Mimmo Crudo, IL PARTO DELLE NUVOLE PESANTI ha saputo attraversare trent’anni di musica dal vivo e nuove generazioni di ascoltatori. A novembre dell’anno scorso ha pubblicato il nuovo album “Sottomondi” la cui promozione è stata bruscamente interrotta dall’emergenza Coronavirus. Ora il gruppo chiama a raccolta i fan per “ripartire insieme”.
Di questo e di come il loro genere possa giovare in una possibile seconda ondata di lockdown i ragazzi parlano nel loro intervento a Lingue a Sonagli, il salotto sgualcito di Radio Rock ideato e condotto dal cantautore Bussoletti.

«Siamo rimasti bloccati nel pieno della promozione del nostro nuovo lavoro “Sottomondi” ed ora che siamo in una Fase 2 vorremmo riprendere le fila del discorso – spiega la band parlando del loro ultimo progetto discografico – Abbiamo invitato i nostri fan ad aiutarci in ogni modo acquistando il disco, leggendo e commentando i nostri post e venendo ai nostri prossimi concerti».

Sulla situazione dei concerti post Covid-19, la band dice: «Sarebbe bello sapere come si trasformeranno i concerti in questi anni a venire ma è impossibile. Noi sappiamo solo che il palco c’è mancato tantissimo e che ora non vediamo l’ora di suonare tanto. Sappiamo che c’è un limite massimo d’affluenza d e l’esigenza di distanziare le persone ma promettiamo che questi cambiamenti li bypasseremo con l’energia della musica».

Infine, gli ospiti parlano del ruolo della World Music in fase di lockdown: «Come Parto delle Nuvole Pensati abbiamo fatto tanta ricerca sui suoni e sull’uso di strumenti musicali meno usati nella musica popolare. Per questo siamo felici di appartenere al genere “World Music” che crediamo possa avere un ruolo sociale anche nel lockdown possibile dopo una seconda ondata di Coronavirus. Questo tipo di musica “fa viaggiare” all’ascolto e potrà aiutare tante persone a staccare con la testa di fronte ad altri mesi fisicamente chiusi in casa. Se non potremo uscire ancora una volta, nessuno ci impedirà di farlo con le canzoni».

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