36mo scudetto per i bianconeri che ora sognano la Champions. Per i restanti sogni tutto il 120 minuti
di Davide Iannuzzi
Non sono certo mancate in questo campionato le polemiche per la Juve di Sarri, quella delle personalità forti difficili da plasmare e di un gioco mai emerso, lontano ricordo che faceva stropicciare gli occhi ai tifosi di un Napoli anti Juve di ieri. Ma il nono scudetto arriva comunque, e con due giornate di anticipo. Dopo il ko con gli omonimi bianconeri dell’Udinese Sarri festeggia il suo primo scudetto italiano con un tranquillo 2 – 0 sulla Smpdoria. A sbloccare il risultato è il solito Ronaldo che segna allo scadere del primo tempo, ma fallisce un rigore nella ripresa lacsciando il posto nella classifica dei cannonieri a Ciro Immobile che sale a + 3 mettendo a segno una tripletta a Verona, ipotecando così la vittoria della scarpa d’oro. Il sigillo di Bernardeschi, tornato al gol in serie A dopo due anni proietta i bianconeri alla Champions e consegna a Sarri il secondo vero trofeo consecutivo, dopo quello dell’Europa League vinta lo scorso anno con il Chelsea.
In ballottaggio ora secondo e terzo posto con l’Inter a quota 76 punti e Atalanta e Lazio appaiate a 75. Nell’anno della dea bergamasca del calcio totale a suon di gol che avrebbe fatto arrossire l’Olanda di Cruyff e Neskens si spengono i sogni di gloria dell’aquila biancoceleste principale antagonista dei bianconeri, con un solo punto di distanza dalla vetta alla ripresa del campionato dopo i tre mesi di stop. Con la Coppa Italia in tasca contentino al Napoli che aveva riposto le sue legittime ambizioni già nel disastroso girone di andata con l’esonero di Ancelotti e buone vibrazioni e all’Inter dell’esigente Conte che al secondo posto avrebbe forse preferito un altro anno sabatico. Energia positiva per il ritrovato Milan di Pioli e dell’intramontabile Ibra già vicino a un nuovo accordo con il club rossonero. La Roma di Fonseca che supera la Fiorentina con un doppio Veretout dal dischetto deve blindare il 5 posto nelle prossime due trasferte, entrambe a Torino per scongiurare i preliminari di Europa League. Ma la seconda competizione europea acquista forma per la lupa capitolina come obiettivo di una difficile ma non impossibile impresa. L’occasione del riscatto e chiusura con i botti del sogno americano diventato incubo per l’assenza prolungata di trofei, ma anche per l’accesso di diritto in Champions con i conseguenti risvolti economici in entrata. L’Europa fa ancora sognare le italiane nonostante il desolante scenario degli spalti svuotati. Sono quattro le squadre che si accingono a riprendere le competizioni europee, con Juve e Napoli in Champions e Inter e Roma in Europa League. C’è spazio per sognare almeno uno scontro diretto nelle due competizioni e quantomeno il trionfo finale di una squadra italiana. Ma anche la possibilità di una convergenza di risultati suggestiva e paradossale. Se a trionfare in Europa fossero Napoli e Roma la quarta classificata in serie A perderebbe il diritto di ingresso in Champions il prossimo anno.