Distanziamento e capienza massima, chi disciplina il rispetto dei parametri anti covid-19 imposti?
di Damiano Rulli
Dal 4 maggio è iniziata la fase 2 ed il numero delle persone che si spostano è conseguentemente aumentato. Molti di noi per andare a trovare i congiunti o per lavoro utilizzano i mezzi pubblici.
Logicamente sia il comune di Roma che la Regione Lazio hanno emanato alcuni importanti regolamenti per impedire il contagio con il coronavirus tra chi utilizza il trasporto pubblico, purtroppo tali direttive non vengono fatte rispettare e molte volte gli utenti se la prendono con gli autisti mandanti allo sbaraglio.
È triste constatare che molti conducenti dell’ATAC sono stati aggrediti verbalmente, in alcuni casi degli autisti hanno dovuto chiedere l’aiuto della Polizia Municipale.
Non giustifichiamo chi si comporta incivilmente, però in parte se ne comprendono le preoccupazioni, temono di essere contagiati dal COVID-19! Non basta una mascherina per proteggersi quando sei a pochi centimetri da un’altra persona, purtroppo il coronavirus è altamente contagioso e mantenere una distanza di almeno un metro è vitale.
Di chi è la responsabilità di queste aggressioni? Primariamente degli incivili autori, poi delle autorità preposte, Comune e Regione che non fanno applicare i regolamenti da loro emanati.
Il Comune di Roma nel suo sito istituzionale consiglia quanto segue:
“A bordo, ammessi solo viaggiatori con mascherina fino al raggiungimento del 50% della capienza dei mezzi. Si dovrà mantenere la distanza tra persone, non occupare l’area vicina al guidatore e non sedersi nei posti contrassegnati.” addirittura sul suo canale YouTube ha pubblicato anche un video dove viene spiegato il comportamento giusto da tenere, potete vederlo qui: https://youtu.be/yaNoFou3a8Q.
La Regione Lazio è più specifica ( al seguente link potete leggere l’ordinanza: https://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsDettaglio&id=5506) e tra le tante direttive emanate ce ne sono un paio che meritano delle riflessioni in più:
“rafforzamento dei sistemi di controllo e vigilanza sui mezzi, al fine di assicurare il rispetto delle disposizioni a tutela della salute dei passeggeri”, fino a ieri sera ai capolinea, alle fermate e sui mezzi pubblici non c’era nessuno che controllasse o informasse i viaggiatori sulle precauzioni da intraprendere per evitare di essere contagiati, a meno che la Regione Lazio non voglia affidare agli autisti questo compito come riportato più avanti nell’ordinanza:
“con riferimento ad autobus e tram, il conducente che rileva il raggiungimento della misura massima consentita ai sensi del richiamato art. 3, comma 2 del DPCM 26 aprile 2020, stabilita nella misura del cinquanta per cento della capacità di trasporto del mezzo, non effettua la fermata successiva in assenza di prenotazione della “richiesta di fermata” da parte del passeggero a bordo”.
Ci rendiamo conto della richiesta ridicola? Al momento autobus e tram non sono forniti di conta passeggeri allora l’autista che deve fare? Ad ogni fermata fa la conta di chi sale e di chi scende e se ci sono persone in più decide lui in maniera arbitraria chi non deve proseguire la corsa? Mettiamo il caso che la vettura sia dotata di un conta passeggeri, se ad una fermata scende un solo passeggero ma ne salgono due, l’autista ferma la vettura o il tram in attesa che gli utenti decidano chi deve scendere altrimenti non riparte? Poi altro che aggressioni verbali, rischia il linciaggio.
È vero che non viviamo in un mondo perfetto ma in uno stato di diritto la tutela di tutti i suoi cittadini, in particolare modo di quelli in prima linea come medici, infermieri e tutto il personale ospedaliero, le forze dell’ordine, chi lavora nel trasporto pubblico, dovrebbe essere la regola non un’eccezione.
Possiamo solamente ringraziare i tanti autisti, uomini e donne che ogni giorno svolgono un servizio a beneficio di tutti noi a loro rischio e pericolo.