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ZOIZI, IL RIBELLE ROMANTICO CHE CANTA LA QUOTIDIANITÀ SENSORIALE

Il cantautore nato a Tirana racconta il suo rapporto con l’Italia e la “resistenza” agli stereotipi sociali

di Davide Iannuzzi

Classe 90 Jodi Zojzi, in arte Zoizi è nato a Tirana, la città da dove parte il suo percorso musicale in giro per il nord fino ad approdare in Italia. E’ quì nel modenese che prendono forma i caratteri genetici di un artista ancora giovanissimo ma con le idee molto chiare: fare il musicista. Prima la batteria poi la chitarra gli permettono di approcciare al mondo dei palcoscenici, ma soprattutto a quello della composizione, definendone così i caratteri dell’Autore. Dopo il debutto discografico avvenuto nel 2019 con il brano “Sono pazzo di te” Zoizi affronta il grande pubblico aprendo i concerti di Francesco Renga per tracciare il percorso verso la consacrazione. Ma è il dna compositivo che fa distinguere l’artista Zoizi nel contesto delle giovani proposte, quella capacità di rendere un semplice dettaglio esplosione di emozioni e poesia. L’artista si racconta a Mediafrequenza

Zoizi, da Tirana a Modena passando per infiniti spostamenti. In che modo viaggiare ha influito sulla tua vita artistica?

Credo sia stato fondamentale per me . Questa cosa del “non avere radici ” mi ha sempre portato a cercare un “non so cosa” che mi ha fatto vivere tante esperienze che mi hanno formato. Se tornassi indietro rifarei tutto e in futuro continuerò a sbagliare e gioire come sempre. Non cambierò mai.

Come ha influito invece l’ambiente modenese?

Bella domanda. In realtà ci sono stati più dolori che gioie. Ho un rapporto strano con questa città. Ho provato più volte ad andarmene ma poi sono sempre tornato. Forse provo un amore profondo e beffardo . Cosi intimo che a volte cade nella noia quotidiana.

Il tuo singolo “Odore” ci restituisce una fotografia degli anni novanta, cosa porteresti con te nel 2020 di quella generazione?

Sicuramete il fatto che eravamo dei ribelli romantici .

La tua canzone è il racconto di una storia che parte da un dettaglio, l’odore della borsa di un’amica. Basta davvero così poco per scatenare un mondo di emozioni, in un’era così soffocante dalle tante informazioni e dal loro veloce invecchiamento?

Eh si. Almeno per me é stato così. Da sempre cerco di non attaccarmi ai dettagli imposti dalla società ma poi i dettagli della mia vita riescono a scatenare sensazioni ed emozioni pazzesche.

Parliamo del videoclip, ancora minimalismo, essenza, sintesi; una soluzione di stile in controtendenza con i tempi….

Si perche ODORE é nata come inno generazionale e non volevo aggiungere una storia legata alle immagini. É più una confidenza.

Solo un anno fa usciva “Pazzo di te” e cinque apparizioni live aprendo i concerti di Francesco Renga. Come vivi questo balck out live dovuto al Covid -19?

Male. Tra tutto, quello che mi manca di più é il contatto vero con la musica. La sala prove gli studi I palchi I microfoni accesi . Ho tanta voglia di riprendere da dove ci siamo fermati .

Quali opportunità si aprono a pubblico e artisti in regime di quarantena?

Sicuramente quella di scoprire aspetti di pura quotidianità che prima non conoscevamo. Mai come in questo periodo abbiamo portato dentro casa nostra le persone. Assurdo ma é cosi.

Prova a descrivere l’Odore che vorresti si possa percepire a livello artistico e musicale quando finalmente vedremo l’uscita da questo tunnel?

L’ odore dell ‘ UNIONE. Perche non c e bisogno ogni volta di cercare la diversità o un colpevole. Siamo tutti in cerca di felicità.. Questo dovrebbe essere il nostro obiettivo.

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