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IL FUTURO ANTICO DELL’IPOD

Il dispositivo nato da Apple è superato e non dl tutto dimenticato

di Davide Iannuzzi

L’iPod diventa magggiorenne ma la patente a quanto pare è già scaduta da un pezzo. Il 23 ottobre del 2001 il mercato fu invaso da questo dispositivo capace di contenere in formato tascabile un numero inimmaginato di brani musicali. La tecnologia degli smartphone da tempo ha salutato l’osoleto iPod, utile, rivoluzionario ma forse simbolicamente mai così radicato nel costume giovanile, per via della sua shelf life troppo breve. L’azienda di Steve Jobs otto mesi prima aveva lanciato iTunes, un software in grado di riprodurre file multimediali e di poterli mettere sul mercato per la nuova generazione di internauti consumatori. Usciva di scena l’analogico ora soppiantato dalla tecnologia digitale. E mentre svaniva la memoria del passato quella dell’iPod si espandeva, passando dalla capacità di di 5 GB a 256 GB, quella appunto dell’iPod Tuch tutt’ora in commercio. Ma quali ulteriori fatturati potrà mai generare il mondo degli Mp3 al confronto della capacità di archivio e accesso ai servizi streaming che offre lo smartphone? I servizi più moderni come Spotify e Amazon Music consentono di accedere a un catalogo sconfinato di brani musicali a fronte di un abbonamento mensile. C’è anche Apple Music che non sta certo a guardare. Insomma, un buffett a prezzo fisso dove puoi mangiare quanto vuoi. Peccato che a risentirne sarà sempre la vera alimentazione, tanto raccomandata per il mantenimento di una buona salute. E i fatti mostrano che il metabolismo culturale è altrettanto importante.

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